Quanti Bitcoin ci sono in circolazione? A differenza di altre criptovalute, i bitcoin non possono essere prodotti, o meglio “minati”, all’infinito, essendo stata stabilita una quantità massima coniabile, e quindi diventeranno un bene sempre più scarso. Anche per questo motivo la loro quotazione sta salendo nel corso degli anni, al di là delle fluttuazioni temporanee.
Quando il misterioso inventore della criptovaluta più famosa del mondo si trovò a determinare le regole di questa tecnologia, affrontò una questione importante: quante monete coniare per evitare l’inflazione?
È di pubblico dominio il fatto che il limite massimo imposto affinché i BTC risultino come riserva di valore è di 21 milioni: una volta raggiunto questo limite, il network smetterà di produrre monete. Ma quanti bitcoin ci sono in circolazione ad oggi?
Bitcoin: quante monete rimangono da estrarre?
Era il 3 gennaio 2009 quando veniva creato il primo blocco del bitcoin, la prima e più famosa criptovaluta che, al di là delle performance, affascina per la sua storia che affonda le radici nel mito. L’automatismo ideato da “Satoshi Nakamoto” (le virgolette sono d’obbligo visto che si tratta di uno pseudonimo dietro il quale si cela un informatico o un gruppo di esperti di crittografia, di cui è ancora ignota la reale identità) prevedeva già dall’inizio che i bitcoin emessi in totale non avrebbero superato una quota prestabilita e immodificabile pari a 20.999.999 BTC.
Finora è stato estratto il 90% di quel totale e ci sono voluti 13 anni per arrivarci. Per l’emissione del restante 10% ci vorrà invece più di un secolo: affidandoci alle stime, infatti, l’ultimo bitcoin sarà minato nel febbraio del 2140. Come mai? Ciò dipende da un sofisticato meccanismo che si verifica a cadenza ciclica e in base al quale il numero massimo di bitcoin coniabili sarà raggiunto attraverso un processo di estrazione sempre più lento. Prima di vedere quanti bitcoin ci sono in circolazione, facciamo un passo indietro e concentriamoci su come vengono creati.
Come vengono generati i bitcoin
La creazione dei bitcoin non viene delegata a una zecca, ma vi è un algoritmo che ne regola l’emissione. Poiché alle spalle non ci sono banche o enti centralizzati, chiunque in teoria può crearli, almeno fino al raggiungimento del tetto massimo prestabilito. I nuovi bitcoin vengono generati attraverso un processo definito “mining“: si tratta di un’operazione complessa che richiede un’elevatissima potenza di calcolo ed è possibile solo se si è attrezzati con uno o più computer in grado di eseguire i calcoli matematici che permettono di agganciare alla blockchain un nuovo blocco. Il tempo necessario per verificare un blocco di transazioni è grossomodo costante ed equivale a circa 10 minuti.
Essendo il mining un processo molto costoso, il sistema riconosce a chi trova un blocco valido una ricompensa in bitcoin, per ripagare l’energia utilizzata e lo sforzo profuso nel garantire la sicurezza della rete. Inizialmente i “minatori” venivano ricompensati con 50 BTC per ogni blocco creato, oggi invece il loro compenso si è ridotto a 6,25 BTC. Ciò è dovuto al rallentamento nella velocità di creazione della massa monetaria di bitcoin che di fatto dimezza ogni 4 anni.
Il protocollo Bitcoin, cioè l’insieme di regole che ne governano la rete, si basa infatti sul concetto di scarsità. Per ottenere questo effetto, il fantomatico inventore del bitcoin ha ideato un meccanismo che trova il suo fulcro in un evento conosciuto come halving. Di cosa si tratta?
Che cos’è l’halving di bitcoin
Prima di rispondere alla domanda che ci siamo posti in questa guida, ovvero quanti bitcoin ci sono in circolazione, dobbiamo soffermarci sul concetto di halving.
L’halving è un evento che si verifica ogni 4 anni (ogni 210.000 blocchi per la precisione) e che porta al dimezzamento dei bitcoin coniati per ogni blocco, in modo da garantirne una minore circolazione sul mercato a causa del limite di offerta fissato a priori.
Visto che il ritmo a cui vengono minati i blocchi rimane costante, il dimezzamento della creazione di nuovi BTC equivale a una riduzione del 50% del premio spettante ai miner. Così, se per i primi 4 anni il premio ammontava a 50 bitcoin, dal 2012 è passato a 25 BTC e dal 2016 a 12,5 BTC. Dal 2020, in seguito al terzo halving, il valore ottenibile dalle operazioni di mining si è ridotto ulteriormente, passando a 6,25 BTC, che in altre parole è quanto guadagnano oggi i minatori per ogni singolo blocco generato.
Cosa succede dopo l’halving
Il processo di halving raddoppia lo stock-to-flow, cioè il rapporto tra la valuta totale disponibile e il denaro reale in circolazione, rendendo il bitcoin sempre più scarso. Ciò colloca la moneta di Nakamoto nella categoria dei beni rifugio come l’oro e l’argento. Gli halving comportano inoltre il fatto per cui l’inflazione monetaria, ovvero il tasso di crescita dell’offerta, sia a gradini e non regolare. Non a caso si dice che il bitcoin è una moneta tendenzialmente “deflattiva”, cioè nata perché il suo valore cresca nel tempo per via dell’offerta limitata.
Dopo un halving, per chi possiede i bitcoin non cambia nulla: a essere dimezzato infatti è il profitto dei miners, non certo il valore della criptovaluta. Anzi, sia dopo i primi due halving che in seguito all’ultimo, il valore del bitcoin ha registrato una forte crescita, seguita però da una fase di profonda correzione.
Quanti bitcoin ci sono in circolazione
Come abbiamo già riferito, il numero massimo di bitcoin previsto dal sistema è limitato a 21 milioni. Arrivati a tale numero, il processo si arresterà automaticamente. Ma quanti bitcoin ci sono in circolazione ad oggi? Secondo recenti rapporti, finora è stato estratto più del 90% di tutti i BTC, pari a oltre 18.900.000 monete, ma questo numero cambia ogni 10 minuti, quando un nuovo blocco viene generato. Ne rimangono quindi solo 2.100.000, che si prevede saranno minati solo nel 2140.
Come si acquistano i Bitcoin
Dopo averti spiegato quanti bitcoin ci sono in circolazione, è arrivato il momento di scoprire quali sono le principali possibilità a disposizione per investire in bitcoin in modo sicuro. Del resto, secondo molti analisti questa è la moneta del futuro, perciò possederla può rappresentare un modo interessante per diversificare il portafoglio.
Il metodo più tradizionale per entrare in possesso dei bitcoin è quello di acquistarli tramite un exchange (tra i più famosi ci sono Coinbase, Binance, Bittrex e eTorox) e conservarli in un e-wallet (partafoglio virtuale). In alternativa, c’è la possibilità di fare trading di CFD di bitcoin aprendo un conto online presso un broker autorizzato. In questo caso, però, i bitcoin non sono detenuti fisicamente, ma si fanno previsioni sull’andamento del loro prezzo, operando a leva sia in long che in short, in modo da aggiungere qualche posizione più speculativa al proprio portafoglio.
Potrebbe interessarti anche: